Magic Torino squadra di wheelchair hockey su carrozzina elettronica

logo del magic è� un toro stilizzato giallo con una mazza rossa tra le gambe

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Nello sport dell'hockey in carrozzina i giocatori con lo stick, al contrario dei loro colleghi muniti di mazza, hanno da sempre sofferto l'impossibilità di effettuare validi tiri. Marcare l'avversario, bloccare e difendere sono azioni importantissime, tuttavia poter effettuare un passaggio o magari segnare anche un gol, sono indubbiamente fonte di grandi soddisfazioni.

Per dare una soluzione a questo difficile problema erano necessari un geniale inventore e un brillante tecnico. La Sezione di Torino li ha trovati tutti e due, riuniti nella persona di Massimo Tomassini. E infatti il valente Massimo non si è accontentato di contemplare vecchi e inadeguati tentativi, ma in soli sei mesi ha progettato e realizzato un efficace stick lancia-palline che è subito entrato nell'equipaggiamento del Magic.

Massimo, che fra l'altro è il nuovo allenatore della squadra torinese, ha visitato negozi di ricambi e demolitori di auto, ha interpellato amici elettricisti, ha smartellato, saldato, assemblato e collaudato pezzi di ogni genere, ma alla fine ce l'ha fatta. La sua ingegnosità gli ha infatti suggerito di montare su una struttura di teflon un motore elettrico (recuperato da un motorino d'avviamento di auto), poi ha aggiunto una barra trasversale di alluminio, due alette, un perno a sfera, un cappuccio, vari cavi elettrici, relè e pulsante ed ecco che, con un colpo di bacchetta magica, lo speciale stick elettrico ha incominciato a scagliare le palline a destra e a sinistra.

Certo non è stato tutto così facile perché i problemi da risolvere sono stati numerosi. Fra le difficoltà principali il nostro inventore ha dovuto affrontare la complessità di sagomatura delle alette, l'esagerato assorbimento di corrente con il quale, in un primo tempo, reagivano i motori delle carrozzine, la determinazione delle differenti altezze degli stick per conseguire un tiro adeguato, i mille pulsanti da ideare per assecondare le diverse caratteristiche manuali di ogni giocatore, gli infiniti collaudi “sul campo” eccetera.

foto prove di collegamento sul campo

Alla fine però, la ferrea volontà del nostro Massimo ha superato ogni ostacolo e così gli stick di Torino hanno incominciato a partecipare attivamente alle partite e agli allenamenti. A garantire la bontà dell'invenzione sono pure piovute richieste di progetto e pezzi singoli da parte delle squadre di Milano, Palermo, Reggio Emilia, Genova e Ancona. Addirittura Tecnothon ha adottato la realizzazione di Massimo e mentre scriviamo è allo studio la possibilità di incrementare la versatilità dell'attrezzo mediante tre diversi livelli di potenza con cui effettuare i lanci della pallina.

Oggi come oggi Massimo fornisce lo stick elettrico per la modica cifra di 47 euro (che è il puro valore del materiale impiegato) perché gli altri costi, e le migliaia ore di lavoro impiegate, gli sono già state ampiamente pagate (come dice lui) dalla gioia osservata sul volto dei ragazzi che per la prima volta sono riusciti a scaraventare lontano la pallina grazie al suo marchingegno.

Concludiamo quindi affermando che Archimede Pitagorico era nessuno e Leonardo da Vinci un brocco!

Siamo esagerati?

Ma voi, l'avete mai conosciuto Massimo?…

un Tifoso

tratto da Vincere Insieme(pubblicazione Uildm di Torino)

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